Storie da gustare, storie colorate, profumate, per riflettere...come un fiore si aprono al lettore...
giovedì 29 giugno 2017
martedì 27 giugno 2017
Piccoli lettori crescono
Oggi cari amici vi propongo una fiaba scritta da una bimba di otto anni , spesso vado nelle scuole e i bambini si appassionano così tanto a leggere delle storie che diventano anche loro piccoli scrittori...
Leggiamola insieme
Una notte da super
brividi !!!
Titolo: una notte da super brividi !!
Personaggi:
Protagoniste: due ragazzine di 10 anni
Altri: fantasmi e cani
Tempo: mezzanotte
Luogo: bosco di notte
Fatto oscuro: il bosco è infestato da fantasmi
Era uno stupendo pomeriggio,
quando io e la mia amica Camilla, andammo nel bosco.
Dopo circa tre o quattro ore che
eravamo lì, diventò buio.
A quel punto, Camilla voleva
tornare a casa perché aveva paura; io insistevo per continuare ad andare
avanti, così lei accettò.
Continuammo a camminare.
Passarono altre ore e si fece
ancora più buio, Camilla aveva paura, ma andava avanti lo stesso.
Dopo un po’ ci fermammo, eravamo
stanche e vedemmo orrende luci verdi apparire lungo il bosco, poi un turbine d’
aria ci prese e ci trascinò esattamente nel punto dove cinquanta anni prima un
uomo – fantasma era stato divorato da due cani. Una leggenda narra che il
fantasma di questo uomo vola ancora nel bosco per vendicarsi di tutte le
persone che hanno cani o che li amano. Vi starete chiedendo come fa a sapere se
vi piacciono i cani, beh, lui ti può leggere nel pensiero, io e Camilla,
purtroppo non sapevamo questa leggenda, altrimenti non saremmo mai andate nel
bosco di notte…..
La mia amica ebbe una specie di premonizione: a mezzanotte precisa il
bosco sarebbe stato assorbito da un enorme buco nero, e chiunque si trovava lì
sarebbe stato assorbito, divorato dai cani, infine si sarebbe
trasformato in un orrendo fantasma.
Io e Camilla iniziammo ad avere paura, questa volta sul serio.
Incominciammo a correre verso l’ uscita del bosco,
quando una voce disse sussurrando:
“State già andando via ?”
Noi non rispondemmo, avevamo troppa fretta di
scappare.
Vi starete dicendo:
“Si, ma così è troppo facile, non è giusto, che
storia del terrore è questa ?”
In effetti non fu così facile, quando arrivammo vicino
all’ uscita del bosco, dal terreno salirono delle sbarre alte almeno quattro o
cinque metri, con attorno il filo spinato.
Ci fermammo urlando:
“ Aiuto, aiuto qualcuno ci salvi, aiuto,
aiutateci!!”
Ci rispose una signora, con voce tremolante e
sepolcrale:
“Ci avevo detto che sareste morti insieme a tutti
noi, fantasmi del bosco.”
Camilla rispose:
“No, noi non moriremo mai insieme a voi, siamo
troppo giovani!”
Quando Camilla smise di parlare, si sentirono
moltissime risate, ma non normali, erano rauche!
Io provai ad arrampicarmi sul cancello, ma mi punsi
con il filo spinato, quando l’ ultima goccia di sangue toccò per terra, mi svegliai.
La prima cosa strana è che anche Camilla si era svegliata nello stesso mio
momento, ma la cosa ancora più strana è che ha fatto lo stesso mio sogno, lo so
perché lei era venuta da me a dormire, quindi me l’ ha
raccontato.
Era stato
solo un sogno? Non ci potevamo credere e comunque per noi è stata e rimarrà per
sempre una notte da superbrividi!
Bravissima Luna!
martedì 6 giugno 2017
L'ARTE DEL FENG SHUI A MISURA DI GEPPETTO
C'era
una volta un pezzo di legno…Così era incominciata la storia di Geppetto, alias
Mastro Ciliegia, e il suo Pinocchio, il divertente burattino, compagno nella
fantasia di tanti e tanti bambini.
Ma
ne era passata di acqua sotto i ponti e la piccola falegnameria dove abitavano un
tempo, si era trasformata in un atelier di design del legno. Geppetto, da buon
artigiano, tramutava in bellissimi oggetti e mobili i disegni di Pinocchio, che
era ormai diventato un noto designer nell’arredamento. Aveva incominciato per
gioco, spinto dalla passione per il
legno e le sue caratteristiche, il calore, le nervature, perfino il profumo. E
negli anni la sua abilità si era talmente sviluppata da diventare una vera e
propria professione.
Il
suo aspetto un po’ bizzarro lo aveva addirittura aiutato.
“
Sei solido e tutto d’un pezzo” gli dicevano scherzando e ammirando le sue
creazioni, semplici ma di gran gusto.
E
lui non si dispiaceva, muoveva il naso appuntito in segno di approvazione.
Non
aveva perso nemmeno la curiosità e il senso d’avventura che lo avevano sempre
contraddistinto.
Un
giorno infatti:
“
Babbo, vorrei imparare l’arte del Feng Shui” disse a Geppetto con noncuranza.
“
Feng Shui? Che cosa è?” Il falegname era stupito, ogni giorno Pinocchio aveva
una nuova idea.
Non
che gli dispiacesse, ma non sempre riusciva a stargli al passo.
“ Il
Feng Shui è un’arte orientale, nata in Cina per creare armonia tra l’interno e
l’esterno della casa.“ spiegò lui.
Geppetto,
da buon padre, capì il suo interesse. Da piccino Pinocchio era stato disobbediente
e bugiardo e ne aveva pagato il prezzo. Da allora aveva ben compreso la lezione
e aveva orientato la sua vita alla ricerca della pace e delle buone azioni.
“
Perché non andiamo in Cina?” propose Pinocchio al padre.“ E’ da tanto tempo che
non facciamo un viaggio!”.
Mille
dubbi incominciarono ad affollare la mente dell’anziano falegname.
Ma
Pinocchio continuava ad insistere.
“ Possiamo
finalmente usare la nostra macchina telesportatrice!”
Era
stato un regalo a sorpresa della Fata Turchina. Un giorno avevano trovato in
giardino una grande rondine di legno di cedro. In realtà era una navetta
spaziale. Una piccola porta conduceva all’interno della cabina, attrezzata per
il viaggio di teletrasporto.
“
Vi porterà dove volete in pochissimi minuti. Dovete solo sedervi e pensare
intensamente al luogo prescelto”. Gli aveva sussurrato la Fatina.
“
Ma non l’abbiamo mai provata, funzionerà? E poi dove andiamo? La Cina è un
paese immenso! ” Geppetto era ancora perplesso.
Mentre
parlava, Pinocchio guardava con intensità il grande vaso di porcellana
all’ingresso. Era pieno di fiori e sulla parte anteriore il disegno di un
grande albero colmo di frutti gialli e rossi accoglieva lo sguardo con un’
energia davvero particolare.
Un
pensiero gli attraversò la mente, veloce come un lampo. Senza nemmeno rispondere, corse al computer e
incominciò la sua ricerca. Dopo qualche ora si presentò trionfante davanti a
Geppetto.
Gli
mostrò una foto con una donna cinese, minuta e dalla pelle color avorio. Vicino
a lei una bimba con i capelli raccolti in una treccia che teneva in braccio un
piccolo panda paffuto.
Sullo
sfondo una pagoda immersa nel verde e intorno decine e decine di vasi di tutte
le forme e dimensioni.
“
E’ la creatrice del nostro vaso” spiegò. ”Tramite internet sono riuscita a
trovarla e le ho anche scritto!”
“Abita
vicino a Pechino con la sua bambina ed è disposta ad accoglierci per qualche
tempo nella casetta accanto alla sua pagoda. E’ interessata al mio lavoro e io
al suo. ”
“
E poi…” Pinocchio abbassò la voce.
“
Quell’albero disegnato sarà l’albero dell’armonia?”continuò.
“
Pinocchio, attento, non volare troppo con la fantasia.Ti ricordi la brutta
avventura con l’albero degli Zecchini d’oro? Cos’è questo albero?” Geppetto
aveva un tono serio, quasi di rimprovero.
Pinocchio
si mise a ridere. Il gatto, la volpe e Mangiafuoco erano solo un ricordo del
passato.
“Si
narra che esista per davvero e il succo dei suoi frutti gialli e rossi possano
donare un senso di pace. Bastano poche goccie sui mobili di una casa per
portare gioia e armonia. Me lo ha confessato proprio la nostra amica Fata
Turchina. Ed è per questo che ci ha regalato la macchina per il teletrasporto,
per cercarlo. Che sia in Cina?”
“
Lo troverai, mi ha sussurrato una notte, ma dovrai viaggiare molto…”
“
Babbo, partiamo?” Pinocchio lo guardava con occhi pieni di speranza. Anche il
naso appuntito tremolava tutto.
“
E sia!” sospirò Geppetto.
Il
giorno dopo entrarono nella navicella a forma di rondine con una piccola
valigia. Si sedettero sui sedili, comodi e tondi, guardando intensamente il
luogo della fotografia. Dopo pochi minuti si sentirono sollevare ed entrarono in un vortice di luce, davanti ai
loro occhi scorrevano immagini di mari, fiumi, foreste e città. Poi silenzio,
solo le risate soffici di una bambina. Aprirono gli occhi e le immagini della
foto erano lì davanti a loro. La pagoda, i vasi, la donna cinese con la bambina e il piccolo
panda. Aveva funzionato. Una vera magia.
“Grazie
Fatina.”Pinocchio la ringraziò con tutto
il cuore. E lei rispose con un fruscio
del vento.
Un
nuovo mondo si stava aprendo davanti a loro. Chissà quali meravigliose
avventure li stavano aspettando…Ben presto lo avrebbero scoperto.
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