lunedì 24 marzo 2014

GERMOGLI DI PACE:UN PETALO DI FRATELLANZA PER PARLARE AI BAMBINI

FIORE NEL DEERTO
Oggi un petalo di storie   per parlare ai bambini di pace e solidarietà. Che ne pensate? Ne parlate con i vostri bambini? Ecco la fiaba:
Sembrava una sera come tante Il sole stava tramontando e un ultimo bagliore di luce illuminava ancora l’azzurro del mare.In apparenza era tutto tranquillo.Ma entriamo un attimo nella casa di una famiglia : la televisione  era accesa.Stava trasmettendo qualche cosa,  si vedeva l’oscurità della notte,rischiarata da lampi e tuoni che si alternavano con crescente regolarità e mille puntini luminosi disegnavano il cielo quasi come fosse polvere di stelle.Queste  immagini,apparse improvvisamente sullo schermo, attirarono l’attenzione dei bambini di casa.Cosa stava succedendo? Si trattava  forse di  uno strano temporale intergalattico?,incominciarono a chiedersi.
“ Ho paura dei temporali”. Due lacrimucce incominciarono ad apparire sulle guancie di Paolino,il più piccolo.
“Ma no,non piangere è un nuovo videogioco,vedi c’è anche un missile e guarda, guarda là carri armati e aerei che volano sulle città” cercò di tranquillizzarlo Maria,la sorella più grande. Sicuramente era solo un gioco. O forse no? Sembrava tutto così reale, così spaventosamente vero….
La ragazzina incominciò a sentire una fitta di paura sempre più intensa mentre le immagini procedevano a scorrere implacabili sullo schermo.Rumore assordante di bombardamenti, grida, saette di fuoco sui palazzi. E poi mille bandiere colorate di pace dai paesi di tutto il mondo. D’improvviso apparve  un primo piano della piazza principale della sua città.Gremita di folla.Stavano tutti protestando contro qualche cosa.E anche qui sventolavano bandiere arcobaleno. Con la parola “pace” disegnata a grandi lettere.E poi tante bandiere tricolori, bandiere nostre, italiane, C’erano anche tanti bambini accompagnati dai genitori.
Osservando bene le sembrava di scorgere  qualche faccia conosciuta…   No, quello che stava vedendo non era né un film nè un nuovo videogioco.Era la guerra,era la realtà di oggi. Distante nello spazio ma vicina a tutti. Capì quindi che era tutto vero e subito  pensieri neri e opprimenti si insinuarono nella sua testa.
“ Arriverà anche qui da noi? Ci saranno tanti morti?” Morti veri,non come nei telefilm alla TV. E ancora:
“ E cosa ne sarà dei bambini laggiù? Perderanno i loro genitori?Le loro case? Come faranno ?”
Ormai la paura cresceva sempre di più dentro di lei e guardava la televisione con occhioni carichi d’ansia.Che fare? In casa,in quel momento, non c’erano ancora mamma e papà ... 
Ecco però arrivare il nonno, quasi come un miraggio. C’era calore in lui, pazienza e saggezza.I due bambini,confusi e spaventati ne avevano tanto bisogno. Si accoccolarono vicino  cercando il conforto di una carezza e di una parola gentile. E poi il nonno la guerra l’aveva vissuta davvero tanti anni prima.
"E’come una bufera che spazza tutto via, lascia solo un deserto, di cose e di emozioni. E’ un inverno buio, freddo e tempestoso ” raccontò il nonno con tristezza tangibile. Ma non voleva immalinconire troppo i suoi nipoti.
” Prima o poi però arriva la primavera,con il suo tepore e con i germogli nuovi. Ecco quello che possiamo fare ora bambini,aiutare a far crescere i nuovi prossimi germogli..”.
“ Vuoi dire che dobbiamo piantare tanti piccoli alberelli?” chiese curioso Paolino. Si vedeva già in giardino con zappetta e innaffiatoio.
Scoppiarono a ridere. Fortunatamente il piccolo con la sua innocenza e simpatia riusciva a sdrammatizzare anche le situazioni più difficili. 
“ Il nonno parlava di germogli di pace” rispose la sorella.” Bisogna aiutare la pace a germogliare nei nostri cuori. Anzi sai cosa facciamo? Cerchiamo di aiutare i piccini che vivono nei paesi dove c’è la guerra,facciamo sentire loro che non sono soli. ”
“ E come?” domandò Paolino “ siamo solo bambini….”
“Per esempio possiamo inviare ai nostri fratellini lontani e sfortunati delle lettere con i nostri pensieri, con i nostri disegni insieme agli altri compagni di classe. E poi magari possiamo creare qualche cosa con le mani, da inviare. Sarà un messaggio di pace dei bambini..
Così ci sentiremo tutti più vicini. Parliamone domani a scuola”.
Il nonno sorrise. L’ansia per la notizia della guerra si era un pò attenuata. Per il momento. E si stava già costruendo qualche cosa nei loro cuori. Qualcosa di importante, che li avrebbe accompagnati sempre nella vita: senso di fratellanza,comprensione, partecipazione, solidarietà. Germogli di pace. Si combatte nel deserto ma bisogna combattere il deserto delle emozioni....

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